venerdì 23 maggio 2025

ADEGUAMENTO CATASTALE POST OPERE 110%

L'Agenzia delle Entrate ha comunicato che, nei primi mesi del 2025, nell’ambito delle attività finalizzate all’aggiornamento della banca dati catastale, procederà con l’invio di lettere per chiedere ai contribuenti di spiegare la propria posizione.

Per quanto sopra esposto, SI CONSIGLIA DI procedere alla verifica del valore catastale delle PROPRIE unità immobiliari che hanno beneficiato delle opere di riqualificazione edilizia tramite il bonus fiscale 110% e correlate.
Per informazioni non esitare a contattarci: a
👤 Ingegnere Maria Scalisi: 📞3496652470
👤 Geometra Giuseppe Radici: 📞 3334401627
📍 Via Rosario Baratta, 119 Ucria - ME
✉️ studiotecnicoInGeo2024@gmail.com



mercoledì 6 novembre 2024

Termocamera: usi e vantaggi per l’edilizia sostenibile e l’efficienza energetica

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mercoledì 9 ottobre 2024

Dichiarazione rispondenza impianti

 La dichiarazione di rispondenza è stata introdotta nel 2008 dal decreto ministeriale 37/08 e riguarda gli impianti già esistenti prima di quella data (privi cioè di conformità obbligatoria) la cui adeguatezza deve essere verificata da un professionista iscritto da almeno 5 anni all’albo di settore.

In sostanza, tale certificazione attesta che l’impianto possiede tutti i requisiti “a regola dell’arte” previsti dalle normative vigenti o, in caso contrario, il tecnico incaricato della verifica predispone gli specifici interventi sul campo per la messa a norma.

La dichiarazione di rispondenza impianti è necessaria a tutti i proprietari per vendere o affittare i propri immobili, qualora manchi la dichiarazione di conformità 46/90.

Lo studio tecnico di ingegneria – ing. Maria Scalisi e InGeo, ha tecnici abilitati alla verifica sul campo e al successivo rilascio dell’attestazione di rispondenza degli impianti di riscaldamento, idrico-sanitari, gas e canne fumarie.




lunedì 30 settembre 2024

ATTIVITA' 77 - LA NORMATIVA ANTINCENDIO NEI CONDOMINI

 Gli edifici civili con altezza antincendi superiore a 24 m, devono essere progettati in modo da​ consentire una rapida ​e sicura evacuazione in caso d’incendio e gli stessi devono essere conformi a​ quanto riportato ​nel  DM 03/08/2015 (Aggiornato al 27/12/2022)​, noto anche come “Codice di Prevenzione​ Incendi”, che stabilisce criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei​ luoghi di lavoro. l’amministratore di condominio è il​ «responsabile dell’attività» ed è tenuto a​ pianificare azioni e comportamenti corretti dei condòmini da mettere in pratica in presenza di un​ incendio.

La normativa antincendio condomini si applica a diversi aspetti, tra cui la progettazione degli​ edifici, l’installazione di sistemi antincendio, la manutenzione delle vie di fuga e la formazione degli​ abitanti su come comportarsi in caso di pericolo. Inoltre, queste norme richiedono che i condomini​ siano dotati di attrezzature specifiche, come estintori, allarmi antincendio e impianti di rilevazione​ fumo, e che queste attrezzature siano regolarmente ispezionate e mantenute in buono stato di​ funzionamento.

Il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) è un documento fondamentale che attesta la conformità​ di un edificio alle norme di sicurezza antincendio. 

Ma quando è obbligatorio il CPI per un​ condominio?

La risposta dipende da una serie di fattori, tra cui le caratteristiche dell’edificio e il​ numero di piani.
In generale, il CPI è obbligatorio per i condomini che rientrano nelle seguenti categorie:
• Edifici con altezza antincendio superiore a 24 metri: questa altezza si misura dal punto più​
 basso dell’accesso ai servizi di soccorso al piano più alto dell’edificio. 

Gli edifici che​ superano questa altezza devono necessariamente ottenere il CPI per garantire che siano​ conformi alle normative di sicurezza antincendio;

• Edifici con un numero significativo di unità abitative: anche se l’altezza antincendio non è​ superiore a 24 metri, edifici con un numero molto elevato di unità abitative possono essere​ soggetti all’obbligo del CPI. Questo perché un maggiore numero di abitanti comporta un​ rischio più elevato in caso di incendio;

• Edifici con destinazioni d’uso miste: se un condominio è misto, dunque include non solo​ abitazioni ma anche attività commerciali o uffici, la presenza di diverse destinazioni d’uso​ può aumentare il rischio di incendio, rendendo necessario il CPI.

Per ottenere il CPI per il rispetto delle norme antincendio condominio, l’amministratore deve​ presentare una richiesta al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, corredata da una serie di​ documenti tecnici che attestino la conformità dell’edificio alle normative antincendio. Questi​ documenti includono il progetto dell’impianto antincendio, le relazioni tecniche e le certificazioni​ degli impianti installati.

È importante notare che il CPI ha una validità temporale e deve essere rinnovato periodicamente.
Questo implica che l’edificio debba essere sottoposto a controlli regolari per assicurare il continuo​,
 rispetto della normativa antincendio dei condomini. La mancata acquisizione o il mancato rinnovo del​ CPI possono comportare sanzioni e, in caso di incidente, gravi responsabilità per l’amministratore​ del condominio e per i proprietari delle unità abitative.

In allegato al DM è presente la Regola Tecnica Verticale Edifici di civile abitazione che contiene le disposizioni di prevenzione incendi per gli edifici destinati prevalentemente a civile abitazione di altezza antincendio superiore a 24 metri.

Le indicazioni ivi contenute riguardano:

·         La reazione al fuoco dei materiali utilizzati nelle vie d'esodo, percorsi di esodo e spazi calmi

·         La compartimentazione dell'edificio e la relativa resistenza al fuoco

·         La gestione della sicurezza antincendio

·         Il controllo di un eventuale incendio

·         Le misure di rivelazione ed allarme

·         L'operatività antincendio

·         La sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio

Come si vede, tale Regola Tecnica non contiene alcuna indicazione per l'involucro dell’edificio.

A tal fine è però di estrema importanza quanto contenuto nell’art. 3 del Decreto, che aggiunge gli edifici destinati a civile abitazione dell’attività 77 (edifici destinati ad uso civile, con altezza antincendio superiore a 24 metri) all’elenco di attività per le quali si applicano le norme tecniche del Codice di Prevenzione Incendi.

 

​NORMATIVA ANTINCENDIO CONDOMINIO: RESPONSABILITÀ E DOVERI

Secondo la bozza della normativa antincendio condominio, negli edifici fino a 24 metri di altezza antincendi, i responsabili dell’attività antincendio devono identificare le misure standard e informare gli occupanti sui comportamenti da tenere in caso di incendio.

I responsabili devono inoltre esporre un foglio informativo, riportante divieti e precauzioni da osservare, numeri telefonici per l’attivazione dei servizi di emergenza, nonché le istruzioni per garantire l’esodo in caso d’incendio, e mantenere in efficienza sistemi e dispositivi effettuando verifiche di controllo ed interventi di manutenzione.

Gli occupanti devono osservare le indicazioni dei responsabili e non alterare la fruibilità delle vie d’esodo e l’efficacia delle misure di protezione attiva e passiva. Negli edifici fino a 54 metri di altezza antincendi, i responsabili devono anche verificare l’osservanza dei divieti e dei limiti di utilizzo delle aree comuni e adottare misure antincendio preventive. Negli edifici fino a 80 metri di altezza antincendi è prevista l’installazione di un impianto di segnalazione manuale di allarme antincendio con indicatori di tipo ottico e acustico, realizzato a regola d’arte.

Oltre gli 80 metri, i responsabili devono designare un responsabile della gestione della sicurezza antincendio (GSA) e un coordinatore dell’emergenza, ma anche installare un impianto EVAC a regola d’arte. Per responsabili la bozza intende i proprietari o loro delegati, ma non gli amministratori di condominio. Come si evince leggendo il testo, questa ipotesi era stata avanzata, ma è poi stata depennata.

 

NORMATIVA ANTINCENDIO CONDOMINIO: MISURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO

Anche le misure antincendio variano al crescere dell’altezza degli edifici.

·         Per gli edifici di altezza antincendi fino a 24 metri la bozza prevede solo misure standard da applicare in caso di incendio: istruzioni per la chiamata di soccorso e le informazioni da fornire, azioni da effettuare per la messa in sicurezza di apparecchiature ed impianti, istruzioni per l’esodo degli occupanti, divieto di utilizzo degli ascensori per l’evacuazione. 

·         Oltre i 24 metri di altezza antincendi, la bozza di regola tecnica introduce l’obbligo di dotarsi di misure preventive, come ad esempio il corretto deposito e impiego dei materiali combustibili, delle sostanze infiammabili liquide e gassose, il mantenimento della disponibilità delle vie d’esodo sgombre e fruibili, la corretta chiusura delle porte tagliafuoco, la riduzione delle sorgenti di innesco, la gestione dei lavori di manutenzione, la valutazione dei rischi in caso di modifica alle strutture o ai rivestimenti delle facciate. È inoltre prevista la pianificazione dell’emergenza, con le informazioni agli occupanti sui comportamenti da tenere, l’attivazione di procedure per la diffusione dell’allarme.

·         Oltre gli 80 metri antincendi (o i mille occupanti) la bozza prescrive la presenza di un centro di gestione dell’emergenza, cioè un locale utilizzato per il coordinamento delle operazioni, che deve essere fornito di informazioni per la gestione dell’emergenza (pianificazioni, planimetrie, schemi funzionali di impianti, numeri telefonici) una centrale di gestione di sistema EVAC e una centrale di controllo degli impianti rilevanti ai fini antincendio, ove previsti.




venerdì 13 settembre 2024

La SCIA per la sicurezza antincendio del serbatoio GPL

I serbatoi di GPL per legge sono soggetti agli accertamenti per la prevenzione degli incendi che devono attestare il rispetto della normativa vigente. 
Ecco come procedere per richiedere la SCIA per un deposito GPL. 


Quando è obbligatoria la SCIA per il GPL? 
Tutte le attività che utilizzano oppure immagazzinano dei carburanti sono soggette a controlli per la prevenzione incendi. Tra queste ricadono anche i serbatoi per il GPL, il combustibile impiegato in quelle zone dove non arriva il gas metano. 
Il regolamento in materia è stato semplificato con il D.P.R. n. 151 del 1 agosto 2011 ed attualmente è questa la normativa che detta le procedure e le attività obbligate ad effettuare tali controlli. Le attività vengono suddivise in tre diverse categorie in base alla tipologia e alla grandezza che ne determina la pericolosità: 
• A attività a basso rischio e standardizzata 
• B attività a medio rischio 
• C attività ad elevato rischio 
La SCIA sostituisce il vecchio certificato CPI attesta che l'impianto del serbatoio GPL ha i requisiti idonei per la prevenzione degli incendi previsti dalla normativa. In realtà ancora oggi è previsto, dopo la presentazione della SCIA, il rilascio del certificato prevenzione incendi (CPI) ma solamente in alcuni casi specifici. Quando si deve presentare la SCIA per la sicurezza antincendio con il serbatoio GPL? 
I serbatoi di GPL sono classificati in una delle tre categorie in base alla loro capacità. Nella tabella qui sotto trovi la classificazione in funzione della quantità di GPL in chili che può contenere o del volume del serbatoio in metri cubi. 
Classificazione dei serbatoi GPL soggetti a controlli di prevenzione incendi Attività Categoria A B C Serbatoi di GPL per quantitativi in massa complessivi superiori o uguali a 75 kg fino a 300 kg oltre 300 kg e fino a 1.000 kg oltre 1.000 kg Serbatoi di GPL per capacità geometrica complessiva superiore o uguale a 0,3 m3 fino a 5 m3 da 5 m3 fino a 13 m3 oltre i 13 m3 La maggior parte dei serbatoi usati per uso domestico ricadono nelle prime categorie A e B. 
Per i serbatoi della categoria A, a basso rischio di incendio, non è necessario chiedere il parere preventivo dei vigili del fuoco prima di realizzare i lavori. Una volta che i lavori sono stati effettuati, basta presentare la SCIA per iniziare l'attività. Per la categoria B il procedimento è analogo, con la sola differenza che è necessario chiedere il parere di conformità al Comando presentando il progetto. 
La SCIA per un serbatoio di GPL domestico è obbligatoria......quando la capacità del serbatoio è superiore o uguale a 0,3 m3. In seguito alla presentazione della SCIA, solamente per i depositi GPL che rientrano nella categoria C, ossia con oltre 13 m3 di capacità, viene rilasciato il certificato prevenzione incendi (CPI). In questo caso il Comando realizza un sopralluogo per i controlli entro 60 giorni e poi successivamente rilascia il certificato se l'esito è positivo. In caso di serbatoio GPL di un palazzo oppure condiviso tra più utenze, se lo stesso è installato in una zona comune condominiale, il responsabile è l'amministratore o in caso di sua assenza, un condomino. 
In ogni caso la società proprietaria del serbatoio, o che ne gestisce la manutenzione, è tenuta a richiedere la conformità antincendio. 


A chi richiedere la SCIA per la sicurezza antincendio per il serbatoio GPL? 
La SCIA deve essere presentata al Comando provinciale dei vigili del fuoco competente, prima di iniziare l'attività. La SCIA deve essere inviata dal responsabile dell'attività: se il serbatoio è concesso in comodato d'uso gratuito è la società incaricata dell'installazione che si occupa della pratica. 
La redazione dei documenti deve essere redatta da un tecnico abilitato, un professionista iscritto all'albo degli architetti o degli ingegneri, come ad esempio il responsabile tecnico dell'azienda installatrice. 
Nella SCIA verranno indicati i dati anagrafici del titolare dell'attività o del rappresentante legale, l'indirizzo dell'utenza e i dati della società distributrice, se il serbatoio è concesso in comodato d'uso. Inoltre con la SCIA deve essere allegata tutta la documentazione prevista dalla normativa (Decreto del Ministro dell’Interno del 7/8/2012), per serbatoi con capacità inferiore a 5 m3 i moduli sono i seguenti: 
1. La dichiarazione di installazione per depositi di GPL Con indicata la matricola e i dati tecnici del serbatoio, è a firma dell'installatore del serbatoio 
2. L' attestazione ai fini della sicurezza antincendio Attesta la conformità dell'attività ai requisiti di prevenzione incendi, e viene firmato da un tecnico abilitato o dal responsabile tecnico dell'impresa che realizza i lavori di installazione. 
A questa deve essere allegata: 
1. La documentazione tecnica, anch'essa a firma di tecnico abilitato o del responsabile tecnico 
2. La planimetria del serbatoio, in scala idonea (non inferiore a 1:100) 
3. L'attestato del versamento effettuato alla Tesoreria provinciale dello Stato La domanda della SCIA deve essere accompagnata dalla carta d'identità del richiedente. Il fascicolo della SCIA è costituito da due sotto-fascicoli dei quali uno va consegnato al Comando del Vigili del Fuoco e l'altro è per il cliente. 
La documentazione tecnica e la dichiarazione di conformità dell'impianto devono essere conservate dal cliente e rimanere disponibili in occasione di eventuali controlli da parte delle autorità competenti. I controlli vengono effettuati a campione per verificare la rispondenza dell'impianto alla normativa. Nel caso in cui vengano riscontrate anomalie o mancanze, il Comando può imporre il divieto di continuare l'attività fino a che non siano sanate le lacune. 

Quanto costa la SCIA per la sicurezza antincendio del serbatoio GPL? 
La pratica della SCIA prevede un costo fisso di 162 € per il pagamento del bollettino dei Vigili del Fuoco. Il cliente può scegliere di far fare la pratica alla ditta installatrice oppure di farla per conto proprio.

Classificazione dei serbatoi GPL soggetti a controlli di prevenzione incendi

Attività

Categoria

A

B

C

Serbatoi di GPL per quantitativi in massa complessivi superiori o uguali a 75 kg

fino a 300 kg

oltre 300 kg e fino a 1.000 kg

oltre 1.000 kg

Serbatoi di GPL per capacità geometrica complessiva superiore o uguale a 0,3 m3

fino a 5 m3

da 5 m3 fino a 13 m3

oltre i 13 m3


I costi sono variabili e comprendono il pagamento di un tecnico (di solito un geometra) per i rilievi e del materiale necessario per rendere l'impianto a norma di legge antincendio (estintori, recinzioni, picchetti...). 
In generale una pratica SCIA completa ha un costo che oscilla tra 400-500 euro e a volte è il fornitore che si prende carico di tale onere. 

La SCIA per il serbatoio GPL deve essere rinnovata ai vigili del fuoco? 
La conformità antincendio deve essere rinnovata periodicamente per dichiarare la permanenza dei requisiti di sicurezza previsti. Il titolare dell'attività deve inviare la richiesta di rinnovo con una dichiarazione che attesti nessun cambiamento delle condizioni di sicurezza. Con questo documento si dichiara che le condizioni di sicurezza antincendio segnalate in precedenza non sono variate. Se sono state effettuate delle modifiche all'impianto che ne hanno peggiorato le condizioni dal punto di vista della sicurezza, il titolare è obbligato ad avviare di nuovo la procedura per la SCIA. 

Attenzione...
la conformità antincendio del serbatoio GPL deve essere rinnovata ogni 5 anni Qual è la sanzione se non ho presentato la SCIA per il serbatoio GPL? 
Le sanzioni sono previste sia per il mancato rilascio della SCIA sia per il mancato rinnovo della conformità. La mancata presentazione della SCIA è equiparata all'omessa richiesta di rilascio o rinnovo del CPI e prevede l'arresto fino ad un anno o una multa che va da 258 euro fino a 2.582 euro. Se nelle certificazioni o dichiarazioni vengono attestati fatti non rispondenti al vero è prevista la reclusione da tre mesi a tre anni e una multa che va da 103 euro fino a 516 euro.