giovedì 4 agosto 2016

Un mio intervento a Taormina - Presentazione del libro: “In Sicilia, tra Architettura e Bellezza” di Ida Maria Baratta

31.07.2016

Quando si parla di Architettura in Sicilia, siamo sempre alla ricerca di grandi opere, di grandi strutture che hanno fatto la storia dell’isola, ma una cosa fa soffermare i nostri occhi su un’architettura: la sua Bellezza, la bellezza che emana nel suo essere.
L’autrice, l’architetto Ida Maria Baratta scrive un libro che appartiene a tutti: In Sicilia, tra Architettura e Bellezza. Il tema è appunto il rilancio della nostra terra, della nostra Sicilia, come unico legame e come unico segno d’amore.
Ma chi è che non è innamorato della nostra terra? Chi è che non è innamorato dei nostri luoghi comuni, della nostra storia? questo è quello che trasmette questo libro, questo è quello che trasmette a me, l’esaltazione della bellezza del territorio, un territorio che spesso resta nascosto nel mistero, mettendolo inconsciamente tra dei limiti, tra la vita e la morte.
Il libro ha vari capitoli ed ogni capitolo tocca vari aspetti di criticità dell’architettura, come il non sapere usare quello che si ha, come la fiera di Messina, abbandonata alle intemperie, lasciata li a morire, posto unico e strategico col suo affaccio sul mare. Ipotesi di progettazione per il meridione per rilanciare la Sicilia sotto l’aspetto innovativo con le smart city. Il senso di appartenenza alla propria città e alle proprie piazze, quello che effettivamente Messina non vive, di giorno Piazza Cairoli e di notte il Duomo, il paesaggio urbano, l’arte del riciclo creativo.
Nel libro vengono descritte varie sfaccettature della nostra Sicilia, che ha tutto ma manca di qualcosa. Andando oltre si potrebbe dire che questo è un libro che parla del rispetto dell’altro e delle sue idee, nella convinzione che sono le idee che generano i progetti e che i progetti generano idee. Perché progettare è comunicare, fare politica, trasmettere ai posteri le nostre proporzioni del bello e del nostro cuore, perché la religione vera è la fede e l’impegno professionale.
Il vero progettista è un sognatore che usa una la matita copiativa, perché il pensiero umano si sviluppa in serie e anche in parallelo con la convinzione che occorre fare cordata per non essere un progettista qualunque, con i complimenti dei cortigiani o dei committenti che lo hanno spinto a disseminare brutture vendute per belle.
La crisi del bello, un percorso cognitivo voi, noi alla ricerca del piacere e del bello, per progredire e prospettare un futuro diverso.
Un desiderio che è un legame costante verso ciò che possediamo ancora e l’inesorabile distanza tra ciò che non possediamo mai.
L’uomo che sogna di sognare e non si accorge che è lui stesso la personificazione di un sogno che nasce con i suoi fiori dal niente, per costruire il motto “fiorire e accogliere”. Motto oggi presente in una realtà del Circuito dei Fiori, che coinvolge molti comuni sia a livello nazionale che a 12 comuni a livello siciliano, cercando di dare e far cogliere il bello dei borghi, il bello dei centri montani, il bello delle cittadine marine, semplicemente con un fiore.
Allora in questo ritroviamo il pensiero di Ida Maria, che vuole lasciare in questo libro: l’architettura mescolata con i fiori e col verde e gli stessi materiali provenienti dal riuso sia come una spartito musicale, intramezzato dalla poesia e dalle tavolette di un pittore.