>>>> Le Vie dei Tesori - FLORESTA 26_09_2021
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PORTALI E PORTE DEL CASAL FLORESTA
GLI SCALPELLINI DEI NEBRODI
“Scultori senza arte” è l'appellativo con il quale, per molti secoli, gli scalpellini di mezzo mondo hanno dovuto convivere. Infatti, a partire dall'epoca delle Grandi Piramidi degli Egizi, passando per il territorio dei Nebrodi ed anche da Floresta arrivando, passo dopo passo, ai giorni nostri, gli scalpellini sono stati definiti come “operai di cava che tagliano la pietra e la lavorano con le punte e lo scalpello per costruire opere in serie.
L'unica arte che è attribuita loro è quella di conoscere il materiale che trasformano.
Pensando, invece, al nostro territorio nebroideo, gli scalpellini si sono resi protagonisti nella realizzazione di piazze, palazzi, fontane, pilastri, capitelli, conci di chiave, alcuni dei quali di notevole pregio.
Quello che spesso si dimentica sugli scalpellini sono sia le condizioni di lavoro, sia l'uso di strumenti pesanti e di poca praticità. Lo scalpellinare era un lavoro che comportava un enorme utilizzo di energie, soprattutto fisiche, le quali, sovente, si traducevano in problemi alle mani o alla schiena.
Esistevano personalità differenti tra gli scalpellini, molti dei quali abili a realizzare i classici prodotti derivanti dalla pietra; alcuni, forse i più abili, riuscivano anche a creare manufatti per gli usi più disparati, come potevano essere quelli per la cucina, per l'erboristeria, per gli oleifici o le tintorie.
Certamente sia gli uni che gli altri, oggi, sono scomparsi. Le cause di tale moria sono da collegare al progresso tecnologico, che nell'ultimo secolo ha subito un'accelerata pazzesca. Infatti, se prima il lavoro dello scalpellino aveva i suoi tempi e i suoi standard di qualità, oggi, le macchine riescono a replicare, quasi totalmente, tali standard, di fatto mettendo da parte la figura dello scalpellino.
Lo scalpellino si è ritrovato, quindi, ad attendere clienti di nicchia, più esigenti e certamente amanti di un mestiere antico, dove i colpi che vengono dati alla pietra sono più decisi, ma anche più faticosi. Fortunatamente vi sono rimaste delle tracce di questo passato.
Nei pressi di Mistretta è possibile visitare il Museo dello Scalpellino “Mu. Sca.” rappresenta una rilevante testimonianza dell'architettura Mistrettese. Frutto di un'idea del M° Gaetano Russo, ufficialmente dichiarato Tesoro Umano Vivente, come Scultore, per le capacità fabbrili e la determinazione mostrata in tutti questi anni per la valorizzazione della sua Città natale, riconoscimento rilasciato dall'Assessorato Cultura Dipartimento dei Beni Culturali Patrimonio UNESCO della Regione Siciliana.
Il Museo nasce per rendere il giusto riconoscimento alla preziosa pietra locale ed alle maestranze locali: a Mistretta infatti, il mestiere dello Scalpellino ha raggiunto importanti livelli qualitativi tanto da essere elevato al più nobile rango di Artista.
Ed anche dalla vicina Ucria, nel 2021, Lo scalpellino Antonino Rigoli viene inserito nel Registro delle Eredità Immateriali Siciliane - Patrimonio dell'UNESCO, classe 1989, è un giovane autodidatta che, spinto da una grande passione per la lavorazione della pietra, si è inventato un modo tutto suo di creare oggetti d'arte.
La conoscenza di un antico mestiere per far conoscere il mondo degli scalpellini, con al centro “la cultura della pietra”, tra il passato e futuro, tra tradizione e innovazione, come spunto per proiettarsi in un futuro in cui la tradizione locale trovi la sua necessaria ed opportuna valorizzazione.
In questo contesto storico
ambientale con edifici privati e pubblici di varia natura e valore
architettonico artistico, ci inseriamo, cercando di valorizzare e di far
conoscere, un elemento che nel corso degli anni ha perso valore formale. Molto
spesso, infatti, il selvaggio recupero dei centri storici minori e la “219”
galoppante, li ha trasformati in semplici suppellettili, reintrodotti senza
cognizione in strutture che non gli appartengono o tramutati in davanzali o
caminetti.
Floresta e' un piccolo
centro, si trova sui Monti Nebrodi. Sorge a 1275 m s.l.m. ed è il comune
più alto della Sicilia. Tra le vie Principe Umberto I, Vittorio Emanuele e via
Roma, si trovano I PALAZZETTI
NOTABILI che conservano quella piccola la memoria di un passato ricco di
storia e di tradizione.
Palazzo
Crimi, palazzo Landro Scalisi, palazzo Landro, palazzo Comunale, sono questi
gli edifici edificati in periodi diversi.
Il Palazzo
Comunale di Floresta è tra i principali monumenti della città, in cui
spicca per il suo stile architettonico
particolareggiato, mostrandosi in tutto il suo splendore nel cuore del centro storico
di Floresta. Si tratta di un
edificio molto affascinante, in grado di rievocare i lustri dell'antica città di Floresta, mantenendo per
lo più immutata la sua scenografica
presenza.
Il Palazzo Comunale di Floresta
venne edificato durante l'Ottocento,
con l'intento di farlo diventare uno dei principali edifici della città. Sin dalla sua
edificazione, il Palazzo Comunale di Floresta
è sempre stato al centro delle vicende
cittadine, diventandone ben presto un punto di riferimento per tutti i cittadini. Il
Palazzo Comunale di Floresta sorge nello
stesso luogo che da sempre è tra i più gettonati
del comune di Floresta, lo stesso che, nel corso dei secoli, è stato impiegato per la costruzione
di altri importanti edifici, alcuni dei
quali sono visibili ancora oggi.
Il portale in pietra è composto
generalmente da: Conci di Base,
Piedritti (diviso in due conci di lunghezza pari a circa 1 mt, ma comunque variabile in
funzione dell'altezza dell'apertura),
Conci di Spalla, Arco con connessure convergenti
ad un unico punto e il Concio di Chiave. Tale conformazione è, comunque, di tipo classica,
esempio di una manovalanza tipica
dell'area di interesse che aveva fatto propria
le basi del costruire. Il materiale utilizzato per la costruzione dei portali è la pietra tipica
arenaria. Essa presenta una buona
lavorabilità e resistenza, è di natura sedimentaria
ed è di colore chiaro.